La crisi non invecchia mai: la città, i suoi tessuti, le sue economie ne portano addosso gli effetti. La crisi del capoluogo siciliano sembra essere quasi uno degli inveterati vizi di Palermo. La domanda è: cosa è cambiato nel 2009? i numeri. La crisi, insomma, ha allargato i suoi bacini.
Secondo il XVIII Report Sud dossier stilato della Fondazione Curella e dal Diste, la disoccupazione resta alta nel meridione, alcuni settori produttivi risentono della crisi a livello mondiale, il turismo subisce una frenata. L’ultima indagine campionaria su “Reddito e condizioni di vita” dell’Istat, documenta una situazione disastrosa per la Sicilia: il 19,6 per cento è stato in arretrato con il pagamento delle bollette, il 23,5 non riesce a riscaldare la casa adeguatamente e ben il 57,5 non è in grado di sostenere una spesa imprevista di 700 euro.
La crisi ha toccato tutti i settori comportando la chiusura di importanti aziende e il licenziamento, o la cassa integrazione di molti operai. Nel terzo trimestre 2008, l’edilizia siciliana ha perso 14.000 addetti e l’industria in senso stretto mille. Poi c’è il dramma dei senza casa e dei disoccupati distribuiti tra container, alloggi confiscati alla mafia, ed edifici occupati abusivamente per avere almeno un tetto sopra la propria disperazione.
Palermo boccheggia
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